La scuola è intitolata a Teresa Confalonieri, ma chi era costei? Teresa nasce a Milano dalla Contessa Maria Origoni e dal Conte Gaspare Casati il 7 settembre 1787. Da piccola la ragazza aveva un carattere mite, sensibile e impressionabile. A sei anni perse la madre e si chiuse in un ostinato mutismo insormontabile sia per il padre sia per l’amorevole matrigna, la Contessa Luigia Settala. L’unica soluzione era affidare Teresa alle suore del convento di S. Agostino, istituto preferito dall’alta aristocrazia milanese. Nel 1802 a quindici anni fu chiesta in sposa da un ufficiale francese, il duca Pasquier che voleva allontanarla dai libri di letteratura e di storia, ma soprattutto dalla tristezza del convento; ma ella rifiutò.
I una sera del novembre 1806, pochi giorni dopo aver lasciato il collegio, a Milano, nel Reale Orfanotrofio Femminile, durante una festa di beneficenza nella sala del teatrino, ragazze delle migliori famiglie meneghine, recitavano testimoniando la loro sensibilità per la povera gente. Tra queste ragazze appariva timida e riservata Teresa Casati, ragazza notata dal Conte Federico Confalonieri, che vedeva in questo un vero sentimento.
Quest’uomo aveva attraversato anni di profonda malinconia fino a sfiorare l’idea del suicidio, e poi si interessò alla causa dell’indipendenza e dell’unità italiana. Si consolava con belle donne e affermava che non avrebbe mai preso moglie, perché la sua anima apparteneva ad una donna di nome Italia; ma ciò mutò dopo aver conosciuto Teresa. Così il 15 ottobre 1807 Teresa Casati e Federico Confalonieri si sposarono.
Hanno passato i primi anni di matrimonio nella casa di Via Monte di Pietà, nel clima di un’epoca cupa ma sfarzosa. Quella felicità molto accesa, dovuta anche dalla nascita di un bambino, durò poco, poiché un gravissimo lutto dovuto da una grande sbadatezza colpì la famiglia, che perse il bambino solo dopo pochi mesi. Ciò accadde un giorno mentre i coniugi giocavano a lanciarselo nel vuoto finché il bimbo scivolò dalle mani di Teresa e morì. Poco dopo viene a mancare anche il padre. Dopo eventi così luttuosi nacquero tra i coniugi incomprensioni tali da rendere i rapporti difficili.
Durante il periodo napoleonico, a Teresa fu dato il titolo di dama di corte, dove Eugenio Beauharnais coglieva l’occasione per corteggiarla, tentando invano di baciarla e facendosi odiare dal Confalonieri.
In un secondo momento Teresa e suo marito furono sospettati di capeggiare una congiura di donne per assassinare il Beauharnais. Sempre nello stesso periodo Federico riallacciò i rapporti con la Carboneria e la Massoneria Nordica, diventando così un capo indiscusso seguito segretamente dalla moglie, sua seguace e sostenitrice.
Nel 1814 Napoleone veniva sconfitto e in forza della convenzione di Schiarino, i francesi lasciavano l’Italia agli austriaci cosichhé qualche tempo dopo Adam Neipperg giungeva a Milano con le sue truppe per impossessarsi della città e del regno d’Italia.
Il 20 aprile 1814 si costituisce una reggenza provvisoria in attesa di apprendere la sorte che sarebbe stata riconosciuta all’Italia dal congresso di Vienna, nella quale il maggior rappresentante era il Confalonieri. Durante la sua assenza Teresa manteneva i contatti con i più autorevoli liberali lombardi nel suo salotto, dove si parlava di letteratura e dove lei leggeva le lettere del marito. Il 4 maggio 1814 lesse a tutti la lettera del marito che in poche righe diceva che partiva per l’Inghilterra perché gli austriaci erano diventati i nuovi padroni.
Il 16 maggio 1816 partirono diretti per la bassa Italia, passarono per Parma, Bologna, Roma, Napoli e Sicilia.
Successivamente Teresa si impose di raccogliere fondi per creare nuove scuole che si ispirassero ai suoi nuovi metodi pedagogici. L’iniziativa venne ritenuta pericolosa dagli austriaci, tanto che iniziarono le perquisizioni e il 15 maggio 1820 vennero chiusi gli istituti di insegnamento. Teresa a questo punto entrò nella loggia carbonara e il suo salotto divenne un ritrovo segreto dove si scambiavano informazioni e si studiava come sfuggire alla polizia che tuttavia riuscì a scoprirli anche a causa del tradimento di alcuni membri.
Il Confalonieri finì in carcere perché il piano di fuga progettato precedentemente fallì. L’Austria lo accusò di lesa maestà. Teresa era molto preoccupata non tanto perché era in prigione ma quanto per la sua salute incerta.
La situazione precipitò tanto che il Confalonieri venne condananto a morte. Teresa fece di tutto per ottenere la grazia, ottenendo anche di parklare con l’Imperatore, ma senza ottenere quello che voleva. Ma Teresa non si diede per vinta: raccolse trecento firme di personaggi famosi, tra cui Manzoni, il vescovo Nava e l’arcivescovo Gaisruk, contro la sentenza; a Milano si rischiava l’insurrezione. Il fratello di Teresa consegnò la petizione, ma l’imperatore aveva già commutato la condanna a morte in carcere duro prima a Brno e poi allo Spielberg.
Teresa fece di tutto pur di rivedere il marito, con cui manetenne una fitta corrispondenza, ma l’impertaore non si fece impietosire. Teresa muore in Brianza il 26 settembre 1830 a soli quarantatré anni, prima del marito che visse fino al 1846. I loro corpi riposano nel presso il monumentale Mausoleo Casati nel cimitero urbano di Muggiò.
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